Testa Neoclassica in marmo di Alessandro Magno XVII secolo

6.300,00

Splendida e imponente testa neoclassica in marmo di Alessandro Magno, Italia, Roma, XVII secolo.

Alessandro Magno (356-323 a.C.), che gode di grande posterità nel corso della storia, delle culture e delle religioni, è stato oggetto di numerose opere d’arte dall’antichità ai giorni nostri, rendendolo una delle principali figure politiche dell’arte occidentale. La maggior parte delle opere contemporanee o originali sono scomparse, sebbene numerose copie siano state realizzate in epoca romana, soprattutto nel campo della scultura; nel XVII e XVIII secolo, Alessandro ispirò scultori che facevano parte del classicismo.

La testa, leggermente più grande del naturale, presenta una forte torsione laterale e all’indietro in un tipico atteggiamento eroico. Il suo volto, dai lineamenti forti ma regolari e dalla bocca aperta, è coronato da folti capelli con ciocche che, sulla fronte, sono disposte in un movimento ascendente (anastole) caratteristico dei ritratti di Alessandro Magno.
Fu lo scultore Lisippo a trasformare, nel realizzare il ritratto di Alessandro Magno, il difetto fisico che imponeva al condottiero, secondo le fonti, di tenere la testa fortemente inclinata su una spalla in un atteggiamento verso l’alto che sembra alludere a un certo rapimento. celeste, “un silenzioso colloquio con la divinità”.

Il modello, finemente realizzato, dovrebbe derivare da uno dei numerosi ritratti di Alessandro Magno, del tipo del Museo dell’Acropoli (Alessandro giovane) o più attendibilmente del tipo di Pergamo. La nostra testa risale alla seconda metà del XVII secolo e non è un caso: l’Europa del XVII secolo era ricca di collezioni di reperti archeologici e sculture in marmo, in particolare di epoca romana ma anche ellenica, che evocavano, nell’ideale delle classi nobiliari, un gusto per l’antico raffinato e idealizzato che spingeva verso una riproduzione ma anche una rielaborazione dello stile classico.

Misure
H cm 33
L cm 24
P cm 27

Categoria:

Descrizione

Chiti Stefano, esperto di beni culturali iscritto all’Albo al numero 195.

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