“Ritratto di bambina” olio su legno firmato e datato in alto a sinistra “A. Robert 1879” per Alexandre Robert.
Pittore belga di talento, dopo aver completato gli studi a Parigi e aver trascorso del tempo a Roma, divenne, dal 1850 in poi, il ritrattista in voga tra l’aristocrazia e la borghesia belga, dopo che il Governo gli commissionò il ritratto del Barone Stassart. La sua eccezionale capacità pittorica e introspettiva lasciò il segno nella ritrattistica dell’epoca: i suoi ritratti sono intensamente realisti, catturando l’osservatore con occhi che sembrano prendere vita, volti che prendono vita. Questo eccezionale ritratto di una bambina della ricca borghesia ne è un buon esempio: la sua pelle di pesca si illumina nella penombra mentre i suoi occhi e la sua bocca si aprono in un sorriso, in netto contrasto con il grazioso cappello di pelliccia nera che indossa. Il dipinto è incorniciato in una magnifica cornice in legno dorato dello stesso periodo.
Misure
pannello cm 48 x 39,5
cornice cm 68 x 59,5
BIOGRAFIA
Nestor Alexandre Louis Robert (detto Alexandre Robert) (1817-1890)
Trazegnies – Bruxelles, Scuola Belga
Figlio di un notaio, Alexandre Robert era destinato a intraprendere la carriera militare. Tuttavia, continuò nella sua vocazione: essere pittore. Sappiamo che fin dall’infanzia si notava la sua attitudine al disegno; schizzava ritratti dei suoi compagni di classe su quaderni. Fu François-Joseph Navez (1787-1869), direttore dell’Accademia di Bruxelles e pittore delle stesse origini di Alexandre Robert, a diventare il suo insegnante.
L’opera più antica conosciuta del pittore risale al 1838; è il ritratto di suo padre. Poi, nel 1841, realizzò due grandi dipinti religiosi, che si possono ammirare oggi nelle chiese di Trazegnies e Courcelles: “Il martirio di Santa Barbara” che apparve all’Esposizione di Gand del 1841 e “Mosè sulla montagna” esposto al Salon di Bruxelles del 1842 contemporaneamente a una “Resurrezione della figlia di Giairo”.
In seguito a questi successi, Alexandre Robert si impegnò a completare i suoi studi a Parigi. Partì all’inizio del 1842, armato della raccomandazione del suo maestro che gli avrebbe garantito l’ammissione allo studio di Paul Delaroche. Ma si rammaricava di essere stato rifiutato, perché lo studio era già pieno.
Fu così che si ritrovò a condividere una stanza con Jean-François Portaels (1818-1895), ammesso qualche mese prima nello studio di Paul Delaroche (1797-1856), dicendosi che avrebbe beneficiato del trasferimento di lezioni tramite il suo compagno di studi. Da parte sua, Alexandre Robert si dedicò anche allo studio dei maestri del Louvre, ammirando Raffaello e Poussin, e dei dipinti spagnoli che formavano la galleria Aguado de las Marismas.Questo finché Jean-François Portaels non decise di partecipare al Prix de Rome e fu dichiarato vincitore di questo torneo artistico.
Dopo questo breve soggiorno a Parigi, lasciò la città per seguire Jean-François Portaels a Roma. Visitarono la Germania, il nord e il sud della Francia, la Svizzera e l’Italia.
Una volta sistemati a Roma, la corrispondenza con Navez e il marchese de Trazegnies, ci mostra l’incertezza di Alexandre Robert nel perseguire la pittura storica. Tuttavia, inviò al Salon di Bruxelles del 1845 “il ritorno della schiavitù”. Fu sempre a Roma che eseguì uno dei suoi capolavori: “Lucas Signorelli dipinge il figlio morto”, ora conservato al Museo reale delle belle arti di Bruxelles e che gli valse una medaglia d’oro al Salon di Bruxelles nel 1848. Dipinse anche “Un rimpianto” nel 1849 che ebbe un grande successo al Salon di Gand.
Sfortunatamente, il suo soggiorno fu interrotto nel 1849 a causa della rivoluzione garibaldina. Nel 1850, il governo gli commissionò di dipingere il ritratto del barone de Stassart per la galleria dei presidenti delle camere legislative e divenne il ritrattista alla moda nel mondo ufficiale, tra l’aristocrazia e la borghesia. Il suo ritratto di M. Adolphe van Soust de Borckenfeldt fu giudicato il migliore all’Esposizione universale di Parigi del 1855. Si dice che una lettera di Arthur Stevens a Robert parli degli elogi resi al suo ritratto da Eugène Delacroix.
Il “Carlo Quinto prima della morte” esposto al Salon del 1854, inizialmente per il governo belga, fu acquistato dal governo argentino dopo la sua esposizione a Buenos Aires.
Nel 1860 sposò Alice Madou, la figlia maggiore dell’illustre pittore Jean-Baptiste Madou.
Aspirando all’insegnamento, dal 1864 diresse il corso di disegno basato sulle figure antiche all’Accademia di Bruxelles, poi, dal 1881, il corso di pittura condiviso con Joseph Stallaert e Joseph Van Severdonck.
Dal 1870, in seguito alla morte di Navez l’anno precedente, gli fu affidata la direzione della Classe di Belle Arti dell’Accademia. Per la cronaca, grazie alla sua posizione all’Accademia, fu l’istigatore della legge del 26 marzo 1886 sul diritto d’autore, che fino ad allora non esisteva.
Fu nominato cavaliere dell’Ordine di Leopoldo nel 1856 e ufficiale dell’Ordine di Leopoldo nel 1866, contemporaneamente a Joseph Stevens (1816-1892) e Charles Verlat (1824-1890).
Il suo ritratto fu dipinto da Félicien Rops per la Galerie d’Uylenspiegel nel 1856. È raffigurato in costume davanti a una moltitudine di ritratti. (copia al British Museum, inv. n. 1896,0511.468.76.